Il Teatro Bibiena, progettato dal parmense Antonio Galli Bibiena, sorge nel palazzo in centro a Mantova che in passato ospitava l’abitazione di Ferrante I Gonzaga. Oggi lo stesso edificio oltre al teatro, include la sede del Palazzo dell’Accademia Nazionale Virgiliana.
La struttura originaria comprendeva già un piccolo teatro che Bibiena demolì completamente.
Il Teatro Bibiena è conosciuto anche con il nome di Teatro Scientifico dell’Accademia, perchè la sua principale finalità era quella di ospitare adunanze scientifiche, riunioni accademiche di istruzione ed educazione.

Bibiena ideò, diresse i lavori di fabbrica e affrescò personalmente gli interni dei numerosi palchetti, che rimangono una documentazione importante a sostegno della sua preziosa capacità artistica.
A PRIMO IMPATTO È QUASI DIFFICILE REALIZZARE CHE SIA DISEGNATO E NON SCOLTIPO.

La platea presenta una pianta a forma di campana, gli ordini dei palchi sono divisi da colonne, mentre sul palco quattro nicchie ospitano le statue di illustri mantovani: Gabriele Bertazzolo, Balsassarre Castiglione, Pietro Pomponazzi e Virgilio.

La classica facciata fu invece realizzata da Giuseppe Piermarini da cui deriva anche il nome del salone posto al primo piano del teatro.
Dopo solo due anni di lavori il Teatro era pronto
Il 3 dicembre del 1769 venne ufficialmente inaugurato e poco più di un mese dopo, il 16 gennaio 1770, il giovane Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, arrivato a Mantova per la sua prima tournèe italiana, vi tenne, assieme al padre Leopold, un concerto. – Il programma del concerto è conservato nell’Archivio dell’Accademia Virgiliana –

Vorrei che tu avessi visto il posto dove ha avuto luogo l’accademia, vale a dire il Theatrino delle Academia Philharmonica. In vita mia non ho visto nulla di più bello di questo tipo….Non è un teatro bensì una sala con palchi come vengono costruiti i teatri d’opera; dove starebbe la scena, c’è una pedana per gli esecutori e dietro gli esecutori una galleria per gli ascoltatori di nuovo costruita a palchi. Non posso descriverti a sufficienza la quantità di persone, le chiamate, gli applausi, gli strepiti, i Bravo su Bravo, in breve le acclamazioni generali e l’ammirazione che gli ascoltatori manifestavano così”. (da I Mozart in Italia, ed Accademia di S.Cecilia, Roma, 2006)
leopold mozart in una lettera alla moglie